U.C.A.S. - Ufficio Complicazioni Affari Semplici

Roghi Sotto la Pioggia, Topic con cui iniziò l'avventura...

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Senpai Alex
view post Posted on 2/5/2007, 20:09




GIORNO DI REFAL

Pioggia.
Fitta. Scrosciante. Fredda.
Non era ciò che Fomar aveva desiderato per quella giornata. Sembrava quasi che il cielo stesso fosse contrario a quell’esecuzione. Ma non la si poteva rimandare: i roghi dovevano essere sempre eseguiti nell’ultimo giorno dell’ottamana, la giornata dedicata alla Divinità. Certo, un cielo senza nubi e un sole alto e brillante avrebbero reso più glorioso quello spettacolo di giustizia, ma Fomar preferiva non lasciarsi andare a provare troppo piacere alla vista di quei corpi che bruciavano. La felicità nel suo cuore doveva essere solo quella di un umile soldato della fede che compie il suo dovere nel migliore dei modi. Quella pioggia e quel freddo comunque avrebbero mortificato le carni del popolino accorso per assistere all’evento, e questo era sicuramente cosa buona e giusta. Inoltre lui era quasi insensibile alle variazioni di temperatura avendo a lungo temprato il suo corpo, fino allo stremo della resistenza di un comune essere umano.
Uscì da palazzo e con passo svelto si diresse verso il palco approntato al centro della piazza. Ai suoi lati le guardie dell’ordine disegnavano un corridoio destinato a lui solo e reggevano torce imbevute di pece che resistevano alla pioggia scrosciante. Quelle fiamme guizzanti e sfrigolanti disegnavano strane ombre sui volti incappucciati di tutti i presenti.
Mentre saliva i pochi gradini del palco di legno, un servitore gli si fece incontro e cercò di prendergli la mano per baciarla. Lui la ritirò di scatto. Odiava qualsiasi contatto fisico, e in particolare le mani bagnate e fredde di quell’uomo gli erano sembrate il tocco di un serpente, animale che lui odiava più di qualunque altro. Evidentemente doveva essere nuovo, perché nessuno avrebbe osato avvicinarsi tanto a lui. Bastò uno sguardo perché quel servo corresse via a nascondersi alle spalle dello spazio dedicato all’Ordine del Verbo per non farsi più vedere.
Dal palco il pubblico sembrava ancora più inquietante. Tutti quei cappucci, calcati sul capo per proteggersi dalla pioggia, nascondevano i volti dei presenti e li facevano apparire come rappresentazioni della grande mietitrice. Tanto meglio: se davvero l’oscura signora fosse stata veramente tra quella gente, avrebbe assistito a uno spettacolo di suo gradimento.
Avanzò di 2 passi, fino al limitare del palco, alzò le mani per attirare l’attenzione dei presenti e parlò con la sua chiara voce baritonale.
“Il Male si annida tra noi! Guardate questi uomini! Loro è il peccato più grande di tutti, quello di instillare il dubbio nei cuori dei fedeli! Esseri abietti, dediti al loro arricchimento alle spalle della povera gente! Ricercatori dei piaceri della carne che hanno infangato gli insegnamenti del nostro Dio con le loro stesse esistenze! Essi Sono ALCHIMISTI!”
Parole forti, che come sempre avrebbero dovuto far sollevare cori di grida di indignazione e approvazione. Ma quella volta non fu così, le grida furono scarse e sparse. Colpa della pioggia probabilmente, comunque decise di continuare.
“Costoro si sono macchiati del peggiore dei peccati, la pratica della più oscura e malvagia delle arti! Sono il frutto marcio che rischia di far marcire tutto l’albero che è la nostra famiglia e la nostra fede! Non possiamo permetterglielo! Ma la nostra fede è grazia! È magnanimità! È perdono! E per questo li perdoniamo e purifichiamo i loro corpi, resi immondi dall’alchimia, con il fuoco della giustizia! E doniamo loro una nuova vita nell’eterno ciclo della Reincarnazione! Una Nuova Vita in cui sapranno fare ammenda dei loro peccati e ricercare la vera Fede!

ABBASSATE LE TORCE!!!”
Con un gesto teatrale abbassò a sua volta le braccia per dare più enfasi alle sue parole e chinò leggermente il capo.
Questo gli salvò la vita.
Proprio in quel momento sentì il sibilo di una freccia passargli a pochi millimetri dall’orecchio destro. Rialzò subito la testa per vedere due delle guardie accasciarsi a terra colpite a morte. Per fortuna, le altre, seppur colpite, erano riuscite ad appiccare il fuoco alle pire e ora le fiamme già si alzavano alte, mordendo le carni e trasmettendosi alle vesti di iuta dei condannati. Una delle pire però non era stata accesa, quella di una donna.
Stava per saltare giù dal palco per provvedere personalmente, quando sentì gridare alle sue spalle. Il grido veniva dal palco dedicato all’Ordine del Verbo.
Si girò a tempo per vedere quel viscido servitore che l’aveva toccato al suo arrivo, puntare un pugnale alla gola di Llyre, la più giovane delle veggenti.

Edited by Senpai Alex - 6/10/2007, 20:56
 
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Puchu Glenda
view post Posted on 3/5/2007, 13:14




"La donna è un ostaggio. Che nessuno reagisca o l'ammazzo" disse l'uomo che teneva il pugnale al collo della ragazza.
Lior guardò con apprensione il palco dell'ordine del verbo: il loro compagno si era infiltrato a meraviglia, ma si era anche esposto parecchio. Sperò che la vita di una delle sacerdotesse fosse reputata abbastanza importante da inibire la pronta reazione dei mebri dell'ordine del gesto, o non sarebbero stati capaci di fronteggiarli apertamente. Del resto, quello era l'unico motivo per cui erano ricordi ad un'azione così sgradevole dal predere un ostaggio: Lior conosceva bene Allen, non era il tipo di leader che dava quel genere di ordini. Ma in quella situazione non avevano avuto scelta: un rogo nel bel mezzo della capitale, le prigioni praticamente inaccessibili, Fomar in persona a presiedere l'esecuzione...non avevano avuto modo di agire prima, né di farlo in modo più clandestino, come era loro prassi fare.
Le fiamme stavano cominciando ad ardere: dovevano muoversi ora.
<<coprimi bene, Al!>> disse al capo <<vado a spegnere un po' di fuochi di dio >>
Si coprì il viso con la maschera, tracciò un segno sul terreno ed una profonda creap si aprì nel pavimento della piazza. La folla, spaventata, fece largo, e qualcuno precipitò malamente a terra.
"bene...un po' di calca in meno" pensò il ragazzo, e corse velocemente verso il patibolo.
 
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/*\_Serena_/*\
view post Posted on 3/5/2007, 19:20




SPOILER (click to view)
ho una paura matta di sbagliare qualcosa >///< E' il primo gioco di narrazioni a cui partcipo, correggetemi se sbaglio! >////<


Le corde le stavano letteralmente segando i polsi, ma continuava lo stesso a sfregarli nella vana speranza di riuscire a liberarsi, stringendo i denti per il dolore. La paura le attanagliava lo stomaco...nell'aria incombeva un odore inconfondibile, odore di morte... quel giorno sarebbe arrivata anche la sua...aveva paura...Nei suoi occhi c'era solo terrore quando vide la torcia calare ai suoi piedi e appiccare fuoco alla pira. Nonostante la pioggia, le fiamme in breve ardevano intorno a lei. Serena cercò di ritrarsi il più possibile contro il palo di legno al quale era legata, mentre sentiva il forte calore del fuoco avvicinarsi rapidamente, mentre il fumo iniziava a salire annebbiandole la vista e l'odore di bruciato le penetrava fin dentro ai polmoni.
"Fratellone.....avrei voluto rivederti........" sussurrò chidendo gli occhi, che le bruciavano a causa delle ceneri che si alzavano insieme al fumo, mentre una lacrima solitaria le scese dal viso
 
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remsaverem
view post Posted on 4/5/2007, 13:40





SPOILER (click to view)
gulp!anch'io sono al mio primo gioco on line, spero di non sbaglaire nulla, nel caso riscrivo, le idee non mancao: ottimo inizio complimenti a auttti!


“Queste sono per Jakob!” sussurrò Ged dalla finestra dove l’avevano collocato perché svolgesse il suo compito nel corso dell’operazione di salvataggio. Le frecce mancarono il bersaglio, il suo bersaglio, facendo comunque un onorevole centro nel petto delle due guardie che presiedevano l’esecuzione.
“Maledizione” borbottò Ged preparandosi a scagliare i suoi micidiali dardi fino ad esaurimento scorte, così come gli era stato ordinato.
Dal punto in cui si trovava aveva un’ottima visuale su tutta la piazza: in un primo momento la folla non aveva quasi reagito, producendo solo un breve ondeggiamento. O non si rendeva ancora conto di quello che stava accadendo o era ormai così abituata alle morti cruente da non curarsene più di tanto. Che cos’erano in fondo due uomini stramazzati a terra a confronto di un bel rogo pubblico?
Questo era un quesito che l’aveva sempre affascinato. Possibile che non capissero l’assurdità e l’infondatezza delle parole di quell’essere pomposo e abietto che li arringava dal pulpito?
Ged scosse forte la testa. Non era il momento per simili riflessioni. Aveva un compito da svolgere e l’avrebbe eseguito al meglio delle sue capacità e se quel branco di pecoroni là sotto era così stupido da non darsela a gambe per timore degli inquisitori bè, non era affar suo. Di lì a poco si sarebbe scatenato l’inferno e allora sì che ci sarebbe stato da divertirsi.
 
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Wrath
view post Posted on 6/5/2007, 22:10




Chiuse gli occhi per qualche istante, deluso e visibilmente scocciato; un ragazzo incappucciato nella folla volse il suo sguardo verso l' altro, freddo e penetrante. Mosse qualche passo scansando con disinvoltura e particolare facilità la massa di persone che correvano in ogni dove; appoggiò una mano a terra ed attese che Lior svolgesse il suo compito. Attutito il movimento innaturale del terreno si alzò osservando la situazione per determinare le mosse successive del gruppo modificate a causa del mancato svolgimento dei piani; Allen era il capo, e spettava a lui in momenti quali quello che stavano vivendo prendere decisioni per la giusta riuscita dell' azione. Esaminò tutte le varianti, l' ostaggio era stato mantenuto tale, Lior aveva cominciato il suo ruolo mentre Ged copriva i compagni dall' alto; toccava a lui.
Una preda che non poteva lasciarsi sfuggire era lì, gli era di fronte, sul palco, bloccata al pensiero della morte della veggente: Fomar; con movimenti controllati si portò sul palco, vide Lior passargli davanti ed i loro sguardi si incontrarono per pochi secondi, quanto bastavano per fargli cenno che tutto stava andando per il meglio. Cominciò a toccare con l' indice il pugnale che nascondeva sotto la tonaca e con passi decisi si avvicinò al boia; sapeva bene non fosse nei piani prestabiliti ma era un' occasione che mai si sarebbe ripresentata. L' esecutore fissava ancora incredulo il servo mentre Allen si avvicinava sempre più con un ghigno che rasentava la vittoria a cui il gruppo stava andando incontro; volse prima lo sguardo all' amico vedendo che dietro di esso una guardia si era mossa per attaccarlo, ma non fece una piega poichè neppure compiuti due passi era già a terra con una freccia conficcata nel petto. "Ed ora passiamo a te..." Impugnò il pugnale da sotto la tonaca e puntandone la punta verso l' esecutore fece uno scatto, ritrovandosi davanti a lui, nell' intento di colpirlo.

Edited by Wrath - 7/5/2007, 16:13
 
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Puchu Glenda
view post Posted on 7/5/2007, 14:44




"Avventato" pensò Lior.
Probabilment Allen aveva ipotizzato che la preoccupazione per l'ostaggio avrebbe rallentato la reazione degli avversari: un calcolo che lui, come leader, avrebbe di certo fatto se la vita in gioco fosse stata quella di uno dei suoi...Ma si poteva supporre lo stesso per membri dell'inquisizione? Difficile a dirsi.
L'unica cosa che poteva fare, d'altronde, era affrettare quel salvataggio quanto più poteva.
"Ed ora facciamo un po' di giochi d'acqua..."
La pioggia lo avvantaggiava parecchio: spegnere quei roghi sarebbe stato piuttosto complicato, altrimenti, a meno di attingere a qualche falda sotterranea. Nell'istante in cui Allen saltava sul patibolo, lui passava il recinto e toccava il selciato con le mani...dal punto di contatto si sprigionò una luce intensa e un getto d'acqua violento investì i condannati. Lior corse verso la prima vittima e strappò le corde che la legavano: era una ragazza - solo una ragazzina! - stordita dal fumo e dalle fiamme. Non sapeva se fosse in grado di reggersi in peidi: doveva tirarla giù...I suoi compagni avrebbero pensato agli altri.

Edited by Puchu Glenda - 8/5/2007, 11:55
 
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view post Posted on 7/5/2007, 21:14
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"I'm bastard-inside..."-*Endoh Asuka*-

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Mi avevano detto che potevo postare, così mi sono intromessa anch'io^^siete tutti bravissimi..io sfigurerò di fronte e voi...zizi


La pioggia picchiettava il suo cappuccio, la sua mantella scura e lunga, che lo faceva apparire quasi come un'ombra dimenticata in quel paesaggio umido. Ma un'ombra non si sarebbe mossa dal suo posto. Avrebbe continuato il cammino diritta a seguire il suo padrone..

Gioia. Eccitazione. Appagazione.

Quei sentimenti che l'avevano d'un tratto colpito violentemente non lo avrebbero preoccupato se non fosse stato per gli altri che li avevano seguiti..

Disperazione. Rabbia. Dolore...

Miar conosceva troppo bene quelle sensazioni. Erano le stesse che aveva cominciato a provare tempo addietro. Non le aveva scordate. E ora le sentiva vivide dentro di sè. Però non erano le sue.
Si tenne per qualche secondo ancora le tempie pressate fra due dita affusolate. Poi guardò verso la città. Saliva una scia di fumo. Lasciva, tremolante, che però comunque sopravviveva. Spalancò gli occhi. Scattò.
Veloce.
Come mai lo era stato.

Paura.

Ne aveva percepita. Paura. Di morire. Di non uscire in vita da una situazione.
E Miar temette che quello che stava succedendo in quella città non era per niente una buona situazione.
...
Si era ritrovato nella piazza, guidato da quegli stati d'animo così forti e amplificati. E potè dirsi che quello che stava succedendo non era certo quello che aveva immaginato. Forse giusto l'inizio, ma il resto proprio no.
Da una di quelle viuzze laterali, Miar analizzò ciò che stava succedendo velocemente, con occhi fermi e indiscreti, il mantello scuro che lo ricopriva confondendolo con l'aria cupa che aleggiava.
Un rogo. Sicuramente eretici. Sicuramente persone come lui.
Vide la gente radunatasi lì. Rinforzò la sua barriera mentale. Sfiorò l'elsa della lama sottile che portava in vita. Socchiuse gli occhi, con un'espressione quasi di disgusto sul volto e poi li riaprì: il disgusto non c'era più. C'era solo la decisione. Non voleva continuare a sentire quella paura di morire, che superava perfino la sua barriera. Non voleva ascoltare ancora quella disperazione.
Vide che qualcuno spegneva i fuochi con l'alchimia. E si lanciò anche lui verso il palco ove si sarebbe dovuta consumare la tragedia.

§Speriamo che non se ne consumi una di diverso tipo da quella in progetto..§

Arrivato lì, constatò che la folla non si curava dei soldati che Miar vide trafitti da alcune frecce; anzi tutti erano presi dal far le cose che parevano ad ognuno più vantaggiose: chi cercava di dileguarsi, chi attendeva, chi sperava ancora nel vedere l'esecuzione..Erano così tante e quasi tangibili quelle sensazioni, che il ragazzo ebbe paura di non riuscire a continuare a tenere alte le sue difese contro esse. Però non si perse in quel turbinio e concentrò la mente solo sul palco e sui suoi occupanti. Guandondolo gli balenò un pensiero in mente: e se lui fosse stato fra quelli condannati...? S'affrettò a guardar bene. Non gli sembrava, ma non ne era sicuro. Ebbe smania di voler salire su a controllare con più sicurezza. Ma gli bastò vedere un ragazzo che liberava una ragazzina da uno dei roghi, per mettere da parte la sua preoccupazione.

Cercò di raggiungerli. Sentiva quella paura impressa nella sua mente provenire della ragazzina. Voleva assicurarsi che fosse tutto a posto. Poi avrebbe visto il da farsi. Spintonò qualcuno che non voleva farlo passare, preso com'era dallo spettacolo sul palco.
E quasi li raggiunse. Per vedere un soldato mobilitarsi verso i due. Non perse tempo e mise da parte la sua ripugnanza verso la violenza.
Il soldato arrivava da lato a dove lui si trovava. Si spostò di qualche passo, ritrovandosi di spalle all'avanzata dell'uomo armato. Con veloce movimento del polso, prese la spada poco sotto l'elsa, sulla lama, e spintonò con quanta più forza aveva l'impugnatura verso il volto del soldato, rapidamente, in modo da non farsi intercettare.
 
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Senpai Alex
view post Posted on 10/5/2007, 17:59




SPOILER (click to view)
e ora tocca a Llyre mostrare di cosa è capace la più dotata delle appartenenti all'Ordine del Verbo, quando è vicina alle sue sorelle


“Cosa… Cosa sta succedendo?”
Tutto si muoveva troppo velocemente per lei e Llyre non capiva cosa stesse succedendo. La cerimonia era stata interrotta, la terra tremava, urla di terrore ovunque. Le sembrava che il mondo si fosse messo a girare attorno alla sua testa.
Poi quella strana sensazione. Freddo. All’altezza della gola.
E la voce. Un bisbiglio di fianco al suo orecchio che solo lei poteva udire in quel trambusto. Una voce calda, gentile, eppure autoritaria: “Non ti farò del male, non aver paura, ma tu non devi muoverti…”
Era stata presa in ostaggio. Come era possibile? Non riusciva a vedere la faccia del suo rapitore, ma il braccio che la teneva stretta in vita le sembrava duro e rigido come un pezzo di legno. Forse avrebbe potuto fare qualcosa per liberarsi, ma le sue mani e le sue gambe si rifiutavano di muoversi. Era paralizzata dal terrore, non riusciva a muovere un muscolo.
Poi vide Fomar accorgersi di lei. Della sua situazione. Oddio, era così inutile, così piccola. Lei non ci voleva neanche venire. Anche se le sue sorelle le dicevano di essere forte, lei odiava i roghi. Erano per la gloria della divinità, si, questo lo sapeva, doveva essere felice di partecipare a quelle cerimonie. Osservare lo spettacolo della morte e futura rinascita di coloro che avevano peccato, l’estrema misericordia della chiesa che donava alle persone una nuova possibilità nella prossima vita.
Ma lei non ci riusciva. Riusciva solo a vedere il dolore nei loro occhi, la loro sofferenza, la loro voglia di vivere. Le sembrava di essere là sopra insieme a loro, mentre il fuoco mangiava le loro carni e sentiva la propria anima lacerarsi di pietà.
Quando tornava nella sua celletta nella sede dell’Ordine del Verbo, non riusciva mai a trattenere un pianto a dirotto che la spossava per giorni.
Quel giorno era quasi felice che tutto fosse interrotto, che quelle persone incappucciate stessero facendo scappare i condannati. Ma non voleva che altre persone si facessero del male. Avrebbe voluto urlare a Fomar di quella persona che si stava avvicinando alle sue spalle. Del pugnale che aveva in mano!
Ma le parole non volevano uscire.
La paura le stringeva la gola in una morsa che non le permetteva quasi neanche di respirare.
Cosa poteva fare? Cosa?
Forse… forse poteva fermare lei quella figura! Le sue sorelle erano lì, vicino a lei, poteva usare i suoi poteri, incanalare la forza di tutte contro di lui.
Pregò in silenzio, dentro se stessa, a occhi chiusi, nel profondo del suo cuore, di trovare la forza per fermarlo, perché nessun altro si facesse male quel giorno, voleva solo che ogni dolore smettesse in quell’istante…
Aprì gli occhi e fissò quell’uomo.
Come le onde che si dipanano attorno a un sasso gettato in uno stagno, l’energia fluì fuori da lei verso l’obiettivo. La si poteva quasi vedere, come una perturbazione nell’aria che spostava le gocce di pioggia che cadevano lungo la sua avanzata. Fino a colpire il bersaglio.
L’uomo venne sbalzato indietro di alcuni metri senza farsi male, ma dando tempo a Fomar di accorgersi della sua presenza.
Poi Llyre percepì un movimento alle sue spalle. L’uomo che la teneva ferma aveva allontanato la lama dalla sua gola, si voltò per cercare di vedere cosa stesse facendo.
Un rapido fruscio di tessuti.
Un colpo, prima ascoltato che sentito.
Poi il buio.
 
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remsaverem
view post Posted on 12/5/2007, 10:09




“Colpito”.
“Colpito”
“Colpito”
Ged andava snocciolando tra sé e sé la sequela di persone raggiunte dai suoi dardi.
“Adesso ve la date a gambe eh?”
La confusione che regnava in piazza era pressoché totale.
Dal momento in cui Lior aveva aperto le danze la folla fuggiva ruggendo e lanciando acute urla di disappunto.
Ged aggiungeva distrattamente le frecce nella sua balestra, leggermente annoiato.
Era fin troppo facile così.
Se solo Fomar si fosse scoperto un po’...Ma, niente, dopo un primo momento di smarrimento il terribile inquisitore faceva molta attenzione a non scoprirsi.
“Che diavolo…”
Sul palco si stava verificando una scena alquanto preoccupante.
Tra la folla di persone ancora assiepate intorno al luogo adibito ai roghi distinse la figura di Allen, che aveva preso un ostaggio, un piccolo fuoriprogramma forse per distogliere l’attenzione da Lior.
Le cose cominciavano a complicarsi.
Ged preparò altre due frecce sulla sua balestra e tese il filo.
“Io ti consiglio di metterla giù”.
Avvertì la punta di un pugnale che gli sfiorava appena le costole.
“Non te lo ripeterò di nuovo”.
Da una parte non avrebbe voluto farlo, dall’altra…
Alzò lentamente le mani posando a terra il suo prezioso strumento di morte.
Si voltò con studiata calma facendo scivolare disinvoltamente una mano sotto il suo stivale, pronto a colpire, ma quando si trovò faccia a faccia con l’uomo dal mantello nero si arrestò sorpreso.
 
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/*\_Serena_/*\
view post Posted on 12/5/2007, 20:29




Tutto girava vorticosamente, l'odore penetrante del fumo le annebbiava la vista e la mente, impedendole di ragionare con lucidità. Tuttavia, sentiva chiaramente che qualcosa intorno a lei stava accadendo, riusciva a percepire chiaramente le sensazioni delle persone che la circondavano: paura, indifferenza, terrore, disprezzo, tristezza.....cosa che non l'aiutava a rimanere cosciente, tutte quelle sensazioni così forti e contrastanti erano davvero tante...I suoni intorno a lei si facevano sempre più distanti e ovattati, l'odore del fumo nauseante....
Improvvisamente percepì sui polsi una lieve senzazione di sollievo, le corde erano state spezzate. Per un attimo ebbe la sensazione di cadere a terra, ma qualcuno la sorresse. Cercò di aprire gli occhi, ma si sentiva troppo stordita
"Chi....?"
Le forze che le erano rimaste vennero meno, le voci intorno a lei erano sempre più disanti. E il nulla.
 
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Puchu Glenda
view post Posted on 14/5/2007, 15:22




Lior sentì la ragazza cadergli tra le braccia, e nello stesso istante sentì quell'energia fare eco dentro di lui, con una risonanza tale da disorientarlo per un istante. La vista gli si appannò per un momento - una brevissima frazione di secondo - e in quel momento Allen fu sbalzato a terra. Alzò gli occhi: cosa era stato? Non aveva tempo per pensare: si caricò la ragazza in spalla e saltò in mezzo alla folla. I presenti erano nel caos...grida, strepiti e un gran fuggi fuggi...
Questo era a loro vantaggio.
Con gli occhi cercò Allen: era certo che non avrebbe avuto problemi, ma se qualcuno avesse osato solo toccarlo sarebbe stato lì, pronto a intervenire.
Raggiunse un compagno: "Portala al sicuro" disse "io ho un altro po' di lavoro da fare".
Nel mezzo della piazza c'erano ancora due condannati e...ehi, chi diavolo era quel ragazzo che stava combattendo a loro fianco? Non era del movimento...e si batteva a volto scoperto: voleva forse rovinarsi la vita? Se solo Fomar lo avesse guardato in faccia anche solo per un secondo...non ci sarebbe più stato luogo della terra, per lui, a non essere pericoloso! Avanzò verso di lui, e nel caos generale, gli sussurrò queste parole:
"Apprezziamo l'aiuto, ma non esporti, ragazzo...non è un gioco, questo..."
 
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view post Posted on 14/5/2007, 16:38
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"I'm bastard-inside..."-*Endoh Asuka*-

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SPOILER (click to view)
...volevo fare una domanda..ma ci sono i turni per postare..oppure no..?...o.O..


Dopo aver reso innocuo quel soldato, Miar potè accorgersi meglio degli eventi. Vide un membro dell'Ordine del Verbo che era stato preso in ostaggio e che una figura si avvicinava di soppiatto a un uomo, alle sue spalle, con un pugnale snudato. Osservò a stento la scena dello sprigionarsi dell'energia della ragazzina presa in ostaggio, spintonato dalla gente, che era caduta oramai in un intreccio senza senso e confusionario di persone che fuggivano, s'avvicinavano al patibolo ed altro. Ma percepì quella forza nel suo stesso corpo, accompagnata da un forte desiderio di non voler più vedere gente soffrire. Poi entrambe le cose scomparvero e Miar non potè vedere altro di quello che accadeva in quel luogo rialzato.
Si sentiva stranamente smarrito da quell'energia che aveva poc'anzi percepito e si lasciò sballottare dalla folla in attivo e sconclusionato fermento.
Il cappuccio gli cadde indietro dal capo, scoprendo i lineamenti del volto e la strana chioma candida. Il ragazzo però non ebbe tempo di ricacciarselo sulla testa. Tentò di vedere se ancora individuava la ragazza liberata dal rogo, che aveva destato così tanto la sua attenzione, e vide che la figura che l'aveva liberata, in quel momento la stava portando via dal tumulto centrale.
Si rassicurò, stranamente, senza sapere per cosa , di preciso e stette per abbandonare anche lui quel caos, che gli stava causando abbastanza problemi, in quanto la quantità di gente attorno a lui era enorme, quando vide sopraggiungere presso lui un altro soldato, che forse l'aveva scorto a colpire l' altro uomo armato.
Miar fece quasi finta di nulla, preoccupato solo del fatto che in quel modo, senza cappuccio, attirava molto di più l'attenzione. Però il soldato gli bloccò la strada. Allora, il ragazzo, con un arrendevole sospiro, s'apprestò a cercare unicamente di neutralizzare velocemente l'uomo armato davanti a sè, senza fargli troppo danno.
Dopo un paio di affondi andati a vuoto del soldato, Miar si ritrovò di fianco a questi e sempre con l'impugnatura della sua spada, tramortì l'uomo.

§Non avrei voluto..mi spiace...§

Disse fra sè mentalmente, rivolto all'uomo che stava steso per terra senza sensi. Poi sentì una voce sussurrargli qualcosa. Vide la figura che aveva liberato la ragazza dal rogo. Ancor prima, però, lo riconobbe dai pensieri della sua mente.

Preoccupazione.

Si accorse di avere ancora il cappuccio abbassato. Non perse tempo e lo rialzò, nascondendo bene i capelli chiari. Poi guardò da sotto la stoffa la figura che gli aveva rivolto la parola. Da quanto tempo non parlava con un estraneo?

-..a differenza del mio aspetto, che potrebbe dire il contrario, sono molto meno ingenuo e inesperto di quel che si potrebbe pensare..grazie lo stesso...-

Sussurrò con voce neutra, senza alcuna inclinazione, gli occhi seri. Poi si sentì di aggiungere una domanda che gli premeva.

-..come sta la ragazza?..ti chiedo solo questo..e poi me ne andrò...-

Fece. La domanda gli era uscita spontanea. Quella paura ce l'aveva stampata in mente ed era sicuro che non l'avrebbe dimenticata così facilmente. Attese, cercando di non farsi trascinare dalla folla e imponendosi un'altra barriera in aggiunta a quella che aveva eretto prima nella sua mente. La gente era davvero troppa....
 
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C@llisto
view post Posted on 14/5/2007, 19:44




Si avvicinò al palco scrutando con attenzione ciò che vi avveniva. Vide Formar e un brivido misto a rancore gli pervase ogni songola fibra del suo corpo. Ma i ribelli stavano facendo un gran trambusto mettendolo quasi in ridicolo e ad Nikolaj questo non dispiaceva affato. Anzi, sembrava quasi divertito all'idea che qualcuno avesse deliberatamente mandato in fumo i suoi piani di gloria!
Nella confusione qualcuno tirò il suo mantello da viaggio attirando la sua attenzione. Era Costantino che senza parlare gli fece un gesto con lo sguardo. Era appena percettibile ma lui si voltò nella direzione indicatagli dal servitore. Vide due uomini. Uno aveva un mantello nero e l'altro sembrava immobile, come irrigidito da un'incantesimo. Notò l'arco poggiato per terra e capì che doveva trattarsi di uno dei ribelli e che l'altro lo stava minacciando con un' arma. Senza farsi notare strisciò vicino al il tizio col mantello e ancora prima che lui potesse accorgersi della sua presenza lo colpì. L'uomo cadde per terra privo di sensi. Alastair raccolse l'arco e lo pose al ribelle.
- Allontanati da qui, svelto! -
E detto questo scomparve tra la folla.
 
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Wrath
view post Posted on 16/5/2007, 19:12




Una forte onda d' urto colpì Allen in pieno petto sbalzandolo all' indietro di alcuni metri; sbattè pesantemente sul perimetro del palco ricadendone al di sotto lungo una pozzanghera formatasi dall' incessante scendere della pioggia. Il cappuccio era ormai caduto mostrando il volto del ragazzo rimasto boccheggiante per qualche secondo a terra; cosa era accaduto? Non aveva avuto il tempo di capirlo, sapeva fosse stata una mossa avventata, già in passato aveva pagato per un' azione simile, ma ora niente dava l' idea del fallimento al quale era andato incontro. Con uno scatto di reni si rialzò, senza l' aiuto delle mani, da terra lasciandosi però sfuggire un gemito di dolore per il colpo appena subito, si ricoprì il viso e ricominciò a studiare la situazione osservandosi intorno; la prima cosa che vide fu l' ostaggio, la veggente era adesso tra le braccia del suo subordinato priva di conoscienza. Allarmatosi vide inoltre che la continua pioggia di freccie era improvvisamente cessata, guardò in alto, sapendo di non poter scorgere nulla, pregando silenziosamente che nulla fosse accaduto a Ged; la situazione gli era scappata di mano in un niente, Fomar era ormai una preda troppo difficile da prendere e non poteva rischiare di fallire la missione o di creare vittime causate dalla sua stessa ambizione. Voltò infine lo sguardo verso Lior il quale aveva liberato uno degli alchimisti, toccava a lui il resto; corse lungo il bordo del palco in modo tale da non farsi notare per poi saltarvici sopra raggiunto il secondo condannato. Ne strappò le corde che lo tenevano legato, lo prese, ormai privo di sensi, e portò in mezzo al pubblico nell' intento di proteggerlo da ulteriori violenze. Incrociò Lior e vide, accanto a quest'ultimo, un ragazzo che combatteva nell' intento di..aiutarli? Allen non lo sapeva ma poteva essergli utile. Si fermò, affaticato dal peso del condannato che aggravavano i dolori dovuti alla caduta e si avvicinò allo sconosciuto parlandogli chiaramente e con determinazione: "Vuoi combattere contro di loro?" indicò Fomar "Se vuoi puoi fare qualcosa per aiutarci, prenditi cura degli..eretici" aveva pensato di mandarlo a salvare l' ultimo condannato, ma sarebbe stato pericoloso; non gli lasciò però il tempo di rispondere, non ce n' era, la situazione si faceva sempre più delicata ed Allen cominciava a preoccuparsi veramente dell' amico sulla torre..Lior era accanto a lui e gli fece cenno di seguirlo "Aiutami a salvare l' ultimo condannato, prendilo e torna quì da loro..è successo qualcosa a Ged, io rimarrò lì. Non ho ancora un piano, ma me lo farò venire!"
 
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Puchu Glenda
view post Posted on 19/5/2007, 19:49




OT/ i condannati non sono sul palco, ma in mezzo alla piazza. Sul palco stanno solo le autorità...io avevo sbagliato per prima, ma vedo che non sono la sola, quindi lo dico per tutti.

Lior rivolse ad Allen un sorriso rassicurante: "Agli ordini, capo!" disse "vado a prenderlo e leviamo le tende: la ragazzina ha bisogno di un medico..."
Già...e dell'altra "ragazzina", la sacerdotessa, che avrebbero fatto? Chissà se Allen ne aveva un'idea. Certo, lasciarla libera ora avrebbe significato la morte: solo finché lei era nelle loro mani li avrebbero lasciati agire...Beh, ci avrebbero pensato dopo!
Slegò l'ultimo condannato, anche lui mezzo tramortito dal fumo, e se lo caricò sulla schiena.


Edited by Puchu Glenda - 2/6/2007, 10:29
 
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