U.C.A.S. - Ufficio Complicazioni Affari Semplici

Sala Riunoni, Washington [D.C.], J. Edgar Hoover Building

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Puchu Glenda
view post Posted on 18/3/2008, 15:37






Sala Riunioni
Uffici assegnati alla Squadra Investigativa presso il
J. Edgar Hoover Building a Washington, D.C.


image
Nel topic della Sala Riunioni si posta solo se si è nella parte centrale.
Gli uffici hanno dei topic appositi: Ufficio 1, Ufficio 2, Ufficio 3


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Mercoledì 12 Marzo 2008
Topic per: Gregory Bloch, Robert Fossetti, Esthel Snow, Noah Sullivan



Le ampie vetrate diffondevano luce in abbondanza sulla sala dove si sarebbe tenuta la riunione preliminare. Gregory Bloch, in tanti anni di onorata carriera, si era riunito coi colleghi in quegli uffici ormai innumerevoli volte. Era, tutto sommato, una delle aree migliori: lo spazio centrale era arioso, con un grande tavolo al centro, e numerose scrivanie dietro funzionali separè. L'unico problema era il caldo. Un caldo che si sentiva in particolare in quella mezza stagione, quando il sole batteva a picco sui vetri. E, per Gregory Bloch, il divieto assoluto di fumo.

Edited by Cioppys - 4/6/2009, 22:15
 
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otacon99
view post Posted on 20/3/2008, 09:53




Appena svegliato quella mattina, prima di uscire da casa, Gregory Bloch pensò che quella sarebbe stata una bella giornata. I suoi calcoli furono però disillusi: il caldo, infatti, dava non poco fastidio all’anziano signore.
Dopo essere arrivato davanti all’edificio in cui aveva lavorato per quasi 40 anni, aveva cominciato a sudare leggermente. Per antico automatismo si era portato sotto la giacca la pipa, ben sapendo che non l’avrebbe potuta usare. Il tabacco lo aveva quindi lasciato sul suo pick-up Ford F-150 del 2000 rosso.
Incamminandosi verso la sala delle riunioni con il fascicolo che gli aveva inviato il vecchio Wilson in mano, ogni pochi secondi alzava la mano per salutare un collega. Poteva dire di conoscere quasi tutte le persone che lavoravano in quella struttura.
Quello sarebbe stato il suo ultimo caso; tra due settimane avrebbe potuto andare in pensione. Se non fosse per il fatto che si sarebbe dovuto godere gli ultimi anni della sua vita da solo (a parte qualche saltuaria visita dei figli e di Noah) , sarebbe anche stato felice: quel giorno invece una velata malinconia gli traspariva dagli occhi.
Attraversò l’atrio con passò sicuro, salendo al primo piano e dirigendosi nel luogo scelto per la prima riunione della Squadra Investigativa.
Degli altri due colleghi, Robert Fossetti ed Esthel Snow, non aveva mai fatto conoscenza. Gregory immaginò che fossero persino più giovani di Noah, altrimenti avrebbe di sicuro lavorato con loro in passato. Si divertì a immaginarsi diretto dalla ragazza: era la prima volta, da circa una quindicina d’anni, che la direzione del caso non era affidata a lui.
Arrivato nella stanza designata, si accorse di essere il primo arrivato: si diresse verso il tavolo al centro della sala che gli era quasi più familiare del suo salotto e si sedette in modo da avere di fronte l’entrata. Avrebbe potuto così avere una panoramica dei colleghi.
Posò il fascicolo sul tavolo. Non lo aveva letto, preferiva farlo adesso, quando poteva concentrarsi completamente sul caso.
Si tolse la giacca e la appoggiò sul tavolo. Era abbigliato con un completo marrone chiaro, delle scarpe con la suola inglese dello stesso colore ma più scuri, una camicia bianca ed una cravatta a righe della stessa tonalità del suo abito. Prese dunque il fascicolo e si mise a leggere, aspettando i colleghi.

” Chissà in quanto tempo finiremo… “
 
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Shinji Kakaroth
view post Posted on 21/3/2008, 09:44




Quella mattina era stato svegliato presto, alle 6:20, dal suono del suo cellulare, che per deformazione personale lasciava sempre acceso, anche durante la notte.
Dapprincipio non aveva capito chi fosse dall'altro capo, rispondendo con uno sbadigliato "Pronthoooou." dall'altro capo, la voce di una segretaria che non conosceva gli comunicava che avrebbe dovuto presentarsi agli uffici del Quartier Generale dell'FBI a Washington per un nuovo caso. Anche alla sua collega era stata notificata lo stesso ordine di servizio.
Ancora mezzo assonnato, ma con la parte già sveglia della testa già pianificando il da farsi, salutò la segretaria "Ordini ricevuti, ah, una cosa..." fece lui.
"Sì?" rispose la segretaria.
"Grazie per la sveglia." scherzò, chiudendo la chiamata.
Spostò le lenzuola nere e si alzò dal letto.

Entrò in bagno passandosi la mano sul viso, sentendo la ruvidezza della barba di tre giorni.
Di solito non si radeva dopo così pochi giorni, ma magari quest'oggi poteva fare un eccezione. Prese un po' di schiuma da barba e se la spalmò in maniera omogenea sul viso, poi aprendo il rubinetto dell'acqua calda fece passare le lame del suo Gilette sotto il getto e poi iniziò a radersi.
La prima sensazione di contatto della lama bollente sul viso lo fece tentennare per un attimo, lo faceva ogni volta, il suo cervello sapeva quel che stava per accadere, ma il suo corpo reagiva d'istinto.
La rasatura scorreva rapida e veloce, mentre il rasoio estirpava via la sua barba incolta e lui sentiva quella sensazione di piacere che tutti gli uomini provano durante la rasatura.
Dopo aver finito la sbarbatura, si tolse i pantaloni vinaccia del pigiama che indossava, i boxer e la maglietta intima e si ficcò sotto la doccia.
Farsi la doccia al mattino presto, un altro dei tanti piaceri della vita, un piacere momentaneo e fuggevole, ma che per quegli attimi appagava, mondando via non solo lo sporco, ma anche lo stress di una brutta giornata o il sonno appena passato.
Passò la mano sul braccio sinistro, accarezzando il drago dalle scaglie verdi che come un serpente gli ghermiva il braccio, donandogli il potere, o almeno così disse il tatuatore cinese che glielo fece, assieme ai suoi due compagni di squadra dei tempi dell'addestramento.

Si diresse in camera e dopo aver chiamato Esthel, si accordò con lei d'andare a prenderla verso le 7:30, per poi fare una veloce colazione e dirigersi al luogo designato.
Ancora mezzo assonnato, prese a vestirsi piano, sentendo i rumori che provenivano dall'esterno, basse sirene lontane, lo stridio dei gabbiani e la risacca del mare.
Dopo essersi infilato dei pantaloni scuri, una camicia bianca, un gilet grigio, le bretelle con la fondina, che lasciava nell'ultimo cassetto del suo comodino, e la giacca scura, infilò le scarpe scure, chiuse i piccoli lucernai che illuminavano l'interno del suo loft, entrò in una piccola porta in fondo alla grande sala, proprio sulla parete opposta del grande cancello d'entrata, che non usava quasi mai.
Chiuse a chiave la porta dietro di sé e disattivò l'allarme della sua auto, una Shelby Cobra Daytona Coupe ( http://www.ultimatecarpage.com/images/large/2-1.jpg ), che era riuscito a portare a casa grazie a una fortuita asta di polizia, aprì la saracinesca automatica ed entrò in macchina.
La sensazione del sedile di pelle sotto di sé e sulla sua schiena era sempre meravigliosa, la sensazione di ruvidezza della pelle di cui era coperto il volante, al tocco delle sue dita lo lasciava sempre eccitato come un bambino in un negozio di caramelle. Accese il motore e lo fece rombare un po', prima di far uscire la macchina ed uscire, azionando su un pannellino il codice per azionare gli allarmi sparsi in tutto il locale.
Si diresse spedito verso casa di Esthel.
Chissà che caso gli sarebbe stato affidato questa volta.
Sperava non fosse il solito matto stupratore col complesso di Jack lo squartatore, ma se lo fosse stato sarebbe morto dalle risate.
 
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Wrath
view post Posted on 24/3/2008, 23:00




Quella mattina la sveglia era stata programmata alle 8:40.
Niente avrebbe instillato il sospetto di essere svegliata a forza prima di quell' ora infatti, la sera prima, Esthel Snow era andata a dormire verso le 2 dopo aver passato buona parte della notte col suo passatempo preferito: leggere.

Ma qualcosa era andato storto nel suo programma, alle 6:35 il suo cellulare (che teneva perennemente acceso) aveva squillato facendo partire col piede sbagliato la giornata. Prima di rispondere, come era sua prassi fare, provò a parlare più volte con se stessa ripendendo la parola 'pronto' sino a che non fu possibile comprenderla;
<<pronto?>> Le rispose una voce femminile <<parlo con l' agente Snow?>>.
Fortuna che le telefonate non erano provviste di video poichè la sua faccia cambiò espressione in maniera eclatante <<si>>
<<deve recarsi immediatamente al Quartier Generale di Washington per un nuovo caso>>
"Porca miseria.."
<<grazie dell' avviso, arrivederla>>
Chiuse il telefono (un Samsung SGH Z240) e rimase qualche secondo a guardare il vuoto; non che la cosa non la eccitasse, anzi, ma se lo avesse saputo con un poco di anticipo magari si sarebbe preparato a dovere..ed avrebbe dormito un po' di più.
Accese la luce per svegliarsi meglio e, dopo svariati sbadigli optò per una veloce doccia fresca; durante la stessa il cellulare risquillò. "No.." chiuse l' acqua e corse fuori, fino alla stanza da letto. <<pronto!>>
<<'giorno Esthel>> voce che meglio non poteva conoscere
<<robb! Non poteva chiamarmi in un momento migliore di questo>> disse sarcastica.
Robert Fossetti, il suo collega da ben cinque anni.

Finirono con l' accordarsi dell' ora alla quale la sarebbe venuta a prendere, mancavano ancora 30 minuti; si asciugò in tutta fretta e cominciò a vestirsi.
La segretaria le aveva detto che avrebbe lavorato con un certo Gregory Loch..Bloch, non lo ricordava (ancora non si era del tutto svegliata, doveva ammetterlo), un veterano comunque; decise per una camicia bianca con giacca e cravatta nera, pantaloni neri e scarpe, anch'esse nere, molto maschili. Adorava quel suo stile.
Si studiò per una decina di secondi allo specchio, il tempo di prendere una cintura, allacciarsela, e pettinarsi i capelli sciolti che le ricadevano fino alle spalle; prese i guanti e li mise nel suo zaino abituale (anche questo era il suo stile, praticamente l' unica a non avere una 24 ore), non aveva voglia di metterli; l' ultimo tocco fu un leggero strato di rossetto, molto chiaro, giusto per farla risaltare un pochino (non amava truccarsi).
Fece un' ultima Check List mentale di tutto ciò che poteva aver dimenticato, ed uscì da quel suo piccolo appartamento a quello stramaledetto quinto piano; scese le scale, con buon andamento, guardando la lancetta dei secondi avanzare verso le 7:36. Robert non aveva mai fatto tardi.
Ed infatti eccolo, sulla strada a guardare prima l' orologio, poi lei.
Aperta la maniglia, non fece neppure in tempo ad aprire la portiera della cobra, che udì distintamente: <<sempre in ritardo>> "sigh, speriamo che la giornata si aggiusti in fretta"
<<buondì Robert, scusami; la sveglia..non è stata piacevole come mi aspettavo>> gli disse sorridendo, il solo vederlo le metteva una sorta di allegria.
<<pronto per questo nuovo, ed aggiungerei inaspettato, caso?>>
 
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Shinji Kakaroth
view post Posted on 25/3/2008, 18:05




CITAZIONE (Wrath @ 24/3/2008, 23:00)
<<pronto per questo nuovo, ed aggiungerei inaspettato, caso?>>

"Certo!" le fece un sorrisetto scherzoso sotto gli occhiali scuri "Sono nato pronto." la sua collega salì in macchina come al solito, allacciandosi le cinture, non tanto per riguardo alle regole stradali, quanto per la guida alquanto sportiva di Rob.
"Andiamo al take-away della 48° e poi di volata in ufficio." le disse, fissando la strada e partendo non appena sentì il CLACK della cintura della collega.
Il giro fu breve, ordinarono caffè e qualche muffin, sgranocchiando la propria colazione sfilando lenti per le strade trafficate del centro.
Ci misero un po' per raggiungere il palazzo, scendendo nel garage sottostante.
Scioccando le dita per attirare l'attenzione della sua collega, Robert indicò le porte aperte dell'ascensore che aveva chiamato, mentre lei chiudeva la portiera dietro di sé e lui schiacciava il pulsante dell'antifurto, non che ve ne fosse bisogno in quel particolare garage super sorvegliato da una fitta rete di videocamere.
"Prima le signore." attese che la sua collega fosse salita all'interno ed entrò a sua volta.
Salirono al pianterreno e chiesero alla reception dove si trovasse la stanza.
Una volta entrati, notarono subito l'uomo di mezz'età che li attendeva, seduto su di una delle tante poltrone attorno al tavolo.
"Buongiorno," disse Rob appena notò lo sguardo dell'uomo sollevarsi dalle carte che stava esaminando, verso di loro "sono il Tenente Robert Fossetti e questa è la mia collega, Esthel Snow." e avvicinandosi all'uomo tese la mano.
 
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otacon99
view post Posted on 31/3/2008, 15:09




Gregory stava ancora leggendo le prime pagine del fascicolo quando vide entrare i suoi due colleghi.
L’uomo, Robert Fossetti, con la sua statura e il suo fisico sembrava il tipico poliziotto da racconto hard-boiled, di poche parole e sempre pronto a menar le mani. Aveva anche una faccia da duro. La donna, Estel , sembrava invece più portata all’investigazione che all’azione. L’ispettore si sorprese a riflettere sul fatto che quasi tutte le donne incontrate da lui in carriera davano gli davano l’impressione di non essere tagliate per quel mestiere; forse perché nella sua giovinezza si era sempre abituato a vedere nel poliziotto una figura maschile ( nei suoi primi anni la popolazione femminile dell’FBI era molto più esigua.
Strinse forte la mano del collega e la porse anche alla signorina Snow.

<< Bene, signori… Io sono Gregory Bloch ed il piacere è tutto mio.>>

Quindi, posò il fascicolo sul tavolo e lo spinse verso i nuovi arrivati.

<< Non ho avuto il tempo di leggere tutto, in sintesi ci sono due omicidi collegati dal fatto che sulla scena del delitto è stato ritrovato lo stesso pugnale, di cui ci dovrebbe essere una foto all’interno… Credo che prima di fare qualche ipotesi ci convenga aspettare la nostra capogruppo. >>

L’ispettore si volse a metà per prendere un taccuino ed una penna che aveva nella giacca e li posò sul tavolo, in attesa dell’arrivo di Noah.
 
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Cioppys
view post Posted on 31/3/2008, 15:57




Dopo che era uscita dall'ufficio di Wilson May, Noah era scesa alla zona ristoro, dove aveva preso un caffè e consultato attentamente i fascicoli che gli erano stati consegnati, nell'attesa di incontrare il resto della squadra. Come le capitava solitamente quando si immergeva nel proprio lavoro, non si accorse del trascorrere del tempo, tanto che si dovette precipitare verso gli uffici di incontro con gli altri membri... anche se in verità non aveva che una decina minuti di ritardo sull'orario dell'appuntamento.
Mentre percorreva il corridoio che l'avrebbe portata alla sala riunioni, si sistemò il colletto della camicia. Certo che a quel piano faceva decisamente caldo, tenendo conto che era appena inizio Marzo. A Giugno probabilmente sarebbe stato peggio del deserto del Sahara quel posto!
Quando pochi minuti dopo aprì finalmente la porta, gli altri membri della squadra erano già tutti presenti, accomodati al tavolo situato al centro della stanza. Noah li osservò, uno ad uno, e quando incrociò lo sguardo di Gregory, non potè non fargli un sorriso. Era felice di rivederlo, dopo tanto tempo, oltre che di poter nuovamente lavorare con lui.
<<buongiorno>> disse avvicinandosi <<sono Noah Sullivan, il supervisore di questo caso>> allungò una mano verso i due agenti che non conosceva <<vi prego di scusarmi per il ritardo>> aggiunse poi.
 
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Shinji Kakaroth
view post Posted on 31/3/2008, 20:21




Attesero pazientemente per qualche minuto l'arrivo del capogruppo quando si aprirono le porte ed entrò una donna dalla carnagione olivastra, dai lunghi e folti capelli rossi. Sembrava in lieve imbarazzo per il ritardo, ma il suo viso cambiò espressione vedendo l'uomo, ancora seduto.
Si avvicinò a loro salutandoli garbatamente e poi stringendo la mano prima a Robert e poi a Esthel.
"Molto piacere." rispose Robert, squadrando dall'alto in basso il loro capogruppo, con cui non aveva mai lavorato.
La donna aveva un odore che aveva di certo già sentito su altre donne, ma non essendo un amante dei profumi non era in grado di identificarlo.
Poi dopo essersi seduto attese che Noah chiarisse loro i particolari di questa missione.
 
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Cioppys
view post Posted on 1/4/2008, 10:10




Di almeno una decina di centimetri più alto di lei, Robert Fossetti aveva nell'aspetto i tratti caratteristi di una persona con origini mediterranee, e dal suo cognome si poteva presupporre che avesse qualche antenato italiano. Quando gli strinse la mano, notò che la squadrò dall'alto in basso, ma non fece commenti. D'altronde non si erano mai visti, quindi era anche accetabile che lui la guardasse con occhio attento... o magari non gradiva l'idea di essere sotto la guida di una donna.
La ragazza, Esthel Snow, sembrava essere l'opposto dell'uomo: più o meno della sua altezza, aveva una carnagione chiara, che faceva risaltare gli occhi verdi... anche se quello sinistro, che si intravedeva sotto una lunga frangia castana dalle sfumature dorate, sembrava decisamente più scuro dell'altro.
Dopo essersi presentata e stretto la mano ad entrambi, Noah si avvicinò a l'unico che invece conosceva, e molto bene.
<<era da tanto che non ci si vedeva, Gregory>> gli disse, aspettando che lui si alzasse per abbracciarlo con affetto <<ti trovo in forma>>
 
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Wrath
view post Posted on 2/4/2008, 17:20




Ascoltava, osservava e studiava tutto ciò che stava avvenendo in quella sala; per ora non era mai riuscita ad aprire bocca se non a dire qualche <<piacere>> strascicato e sovrastato dalle voci dei presenti. L' uomo con cui dovevano lavorare non le fece una bella impressione, la squadrò in modo un po' strano, con occhi diffidenti; inizialmente non ci fece molto caso, ma nel tempo successivo ci pensò un po' su. Esthel non lo conosceva, ma forse era lui a conoscere lei, oppure..la interruppe la voce di lui che spiegò superficialmente a lei e Robert che cosa li stesse aspettando; aspettarono in silenzio la capogruppo che arrivò con quale minuti di ritardo, cosa che le fece pensare un po' a lei stessa. Entrò una donna, che lo fosse lo sapeva già poichè il signor Bloch glielo aveva premesso, di esile corporatura circa la sua stessa altezza con capelli decisamente lunghi di un bellissimo colore rosso; la sorpresero in particolar modo gli occhi, oltre che al colore scuro, l' espressione. Le diedero la sensazione che fosse una persona molto forte ma nello stesso tempo debole, Esthel non se lo seppe spiegare ma sperò che il suo lungo fissarla non le ebbe dato fastidio; la stretta di mano le fece pensare ad una persona decisa.
Noah Sullivan la fissò a sua volta, si fissarono negli occhi l' una con l' altra per qualche secondo, non voleva abbassare lo sguardo ma dimostrarsi all' altezza del suo ruolo.
Quando il suo interesse passò, per fortuna, all' uomo seduto al tavolo Esthel sospirò, cosa che ovviamente notò Robert, il quale le sorrise distrattamente; sembravano conoscersi da molto tempo e chissà se la prima impressione su Bloch non fosse completamente sbagliata.
 
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otacon99
view post Posted on 3/4/2008, 11:53




Dopo aver atteso pazientemente il suo turno, Gregory si alzò per abbracciare e baciare su entrambe le guance Noah.

<< Bè, anche tu ti tieni in allenamento! Poi, alla mia età, stare inattivi fa sentire inutili… >>

Aveva notato il sospiro di Estel, ma preferì non fare commenti; evidentemente la ragazza era un po’ timida.

<< Bene Noah, descrivici un pò la situazione, per favore, non ho fatto neanche in tempo a leggere il fascicolo…>>

Che bella sensazione in fondo darsi da fare così. Gregory non si aspettava che il caso sarebbe stato troppo difficile, ci teneva comunque a mantenere i buoni rapporti con i compagni. Per una squadra era essenziale evitare nervosismi e conflitti che avrebbero rallentato il lavoro diminuendo l’efficienza di ognuno di loro. Si riproponeva infatti dopo il rapporto del loro capo a fare una conoscenza più profonda di Fossetti e Snow, confidando nella buona volontà tipica degli agenti meno attempati.

” Devo dire che Noah si trova davvero a suo agio come capo… Vederla lavorare da sottoposto era come ammirare una tigre in gabbia… “

Prese dunque il taccuino su cui era solito annotare i dettagli del suo lavoro e concentrando la propria attenzione su quello che stava per dire la sua figlioccia.
 
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Cioppys
view post Posted on 3/4/2008, 15:16




Inutile. No, decisamente non era un aggettivo da attribuire a Gregory. Avrebbe voluto chiedergli perchè pensasse ciò di sè... ma preferì evitarlo, per non metterlo in imbarazzo o in una situazione non piacevole di fronte a colleghi che - forse - non conosceva.
<<beh, la lettura del fascicolo è il motivo per cui sono giunta in ritardo>> fece lei con un sorriso, mentre si accomodava di fianco a Gregory. Ovviamente non voleva certo giustificarsi: la sua era semplicemente una constatazione <<allora, la situazione è la seguente: abbiamo due omicidi, uno avvenuto a Los Angeles ed uno a Dallas, che apparentemente non sembrano avere nulla in comune... se non questo>>
Con un gesto, Noah sfilò dal fasciolo la foto del pugnale e la mise al centro del tavolo: lungo circa trentacinque centimetri - caratteristica facilmente desumibile dal righello posto a fianco dell'oggetto fotografato - aveva un elsa molto semplice, fatta di un qualche metallo, ed una lama lucida e dalla forma ondulata, affilata da entrambi i lati che occupata due terzi della lunghezza dell'intero pugnale.
<<la prima vittima è Micheal Milton>> accanto alla foto precedente ne dispose un'altra, raffigurante il corpo di un uomo accasciato su una scrivania <<59 anni, stimato docente presso la University of California di Los Angeles, è stato ritrovato ieri mattina nel suo ufficio, dal suo assistente. Nonostante l'autopsia sia ancora da fare, si suppone che la morte sia stata causata da un colpo di pistola alla nuca>> un'altra immagine, che mostrava da vicino il foro del proiettile alla base della testa, venne allineata alle altre <<un calibro 7 a ben guardare...>> commentò Noah, mentre posava una nuova foto, in cui veniva mostrato il corpo del professore sollevato <<ed ecco dove è stato ritrovato il nostro pugnale>> disse indicando il petto dell'uomo, nel cui centro era stato conficcato.
Fece una breve pausa, per dare il tempo ai colleghi di guardare meglio le foto, poi riprese a parlare.
<<la seconda vittima è Kevin Newton. 34 anni, industriale ed uomo d'affari, nonchè presidente della Newton Corporation, una ditta farmaceutica del Texas, è stato ritrovato stamattina a Dallas, in una camera dell'Hotel Zaza. Secondo - le poche - informazioni che al momento abbiamo, vi alloggiava per partecipare ad un convegno. Non abbiamo foto della scena, ma il rapporto dice che il cadavere era disteso sul letto, nudo... con il nostro pugnale conficcato nel cuore>>
Noah chiuse il fascicolo e guardò i suoi interlocutori, in attesa di qualche loro considerazione.
 
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Shinji Kakaroth
view post Posted on 3/4/2008, 16:31




Si trattava di un caso strano.
Per alcuni suoi colleghi sarebbe stato considerato una rogna, ma a Rob piacevano i casi particolari.
Visionò le foto man mano che il suo caposquadra le poneva sul tavolo e cominciava nella sua mente a fare i primi ragionamenti che cominciò ad esporre alla fine del discorso di Noah.

"Si potrebbe trattare di omiciodio rituale o di certo il killer aveva intenzione di far sapere a qualcuno che si trattava di lui, mandando magari a qualcun altro il chiaro messaggio di stare attento." fissando le prime foto "Nel primo caso come possiamo vedere non è stato usato il pugnale per uccidere la vittima, ma un colpo di pistola alla nuca e il pugnale lasciato sul luogo del delitto come biglietto da visita." fissò la seconda "Nel secondo caso invece probabilmente l'uomo è stato assassinato nella sua camera d'albergo e probabilmente conosceva persino l'assassino, visto che il suo cadavere è stato ritrovato nudo." poi aggiunse "Di certo non è finito così provando a grattarsi un po' il petto." ridacchiò lievemente.
"Sui pugnali sono stati ritrovati impronte? Nella stanza d'albergo erano presenti segni di colluttazione? Le lenzuola del materasso sono state trovate imbrattate di sangue?" pose le domande senza pensarci troppo su.
Ormai era già preso dai ragionamenti veloci che si susseguivano e dal desiderio di avere maggiori informazioni in merito ai due casi e magari di recarsi personalmente sui luoghi del delitto per constatare tutto coi propri occhi.
 
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Cioppys
view post Posted on 3/4/2008, 16:47




Noah ascoltò le considerazioni di Robert. Potevano essere valide spiegazioni... come potevano benissimo non esserle. A lei sarebbe piaciuto sapere perchè lo stesso pugnale era stato usato in due omicidi così distanti, su due persone così diverse... che cosa potevano mai avere in comune le due vittime?
CITAZIONE (Shinji Kakaroth @ 3/4/2008, 17:31)
"Sui pugnali sono stati ritrovati impronte? Nella stanza d'albergo erano presenti segni di colluttazione? Le lenzuola del materasso sono state trovate imbrattate di sangue?"

<<ottime domande, agente Fossetti... peccato che, al momento, non disponiamo di alcuna informazione di questo genere>> disse Noah, sollevando leggermente le spalle <<mentre nel caso di Los Angeles la scientifica ha fatto qualche rilevamento - e le foto ne fanno parte -, del caso di Dallas... non si sa praticamente niente: il cadavere è stato ritrovato solo qualche ora fa>>

 
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otacon99
view post Posted on 5/4/2008, 14:54




Noah si sedette di fianco a lui e cominciò a spiegare la situazione.
Il caso sembrava piuttosto interessante ed intricato. Due omicidi effettuati a considerevole distanza e collegati da uno strano pugnale conficcato nel corpo di entrambe le vittime.
Ascoltò le supposizioni del collega Fossetti con un pò di amarezza; lo rattristava sempre il fatto che ci fosse qualcuno capace di scherzare sulla morte di un uomo. Gli ricordava molto vagamente suo figlio Tristan, il quale era sempre sicuro di sè e non lesinava umorismo sul lavoro, benché egli stesso gli avesse insegnato dove era possibile fare battute. Si chiese se anche alla Sullivan avesse dato quell'impressione. Cercò comunque di non far trapelare nulla e la cosa gli riuscì quasi perfettamente; in fondo dopo anni di lavoro era abituato a storie simili.

<< Credo che dovremmo indagare sul passato delle vittime. Sono entrambi borghesi e si presuppone di una certa cultura, essendo uno professore universitario e l’altro presidente di un’azienda. I familiari avranno di certo notizie sui loro spostamenti passati. Ipotizzo che si conoscessero o fossero legati indirettamente dall’appartenenza a una qualche società segreta sul modello delle logge massoniche (il loro profilo sembra coincidere con il membro tipo di queste organizzazioni). Lo suppongo perché il lavoro non mi sembra opera di un mitomane, è condotto con un accuratezza e precisione. Il professore doveva conoscere l’assassino, o di certo aveva un appuntamento con lui. Non si chiama nel proprio ufficio fuori orario ( sarebbe strano che fosse stato ucciso di mattina, con l’università frequentata) uno sconosciuto. Ma non sono sicuro di questo; il fatto che sia stato prima colpito alla testa può significare il bisogno di agire in silenzio e in fretta, quindi quando l’università è frequentata. Per l’altro sono d’accordo con il tenente Fossetti; se il killer è lo stesso in entrambi gli omicidi, dovrebbe essere una donna.
Preferisco comunque aspettare il referto della scientifica; Newton potrebbe essere stato sedato e poi spogliato per compiere qualche strano rituale. Anche se a dire la verità, quest’ultima ipotesi mi sembra un pò tirata.
In definitiva, opterei per un omicidio commissionato da una qualche setta segreta ed eseguito forse da un adepto con un passato da assassino. Vorrei anche fare una ricerca sui simboli trovati sul pugnale, ci aiuterebbero a scoprire con chi abbiamo a che fare.>>


Quindi si volse verso la capogruppo.

<< Dunque Noah, conosciamo il domicilio delle famiglie? >>

Dopo la risposta della ragazza, si sarebbe rivolto garbatamente verso Estel per sollecitarne il parere.

<< Lei cosa ne pensa, signorina Snow? >>
 
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407 replies since 18/3/2008, 15:37   3148 views
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